Regole più severe per mitigare i rischi, tra cui disinformazione, danni ai minori, lesione della privacy e della libertà di espressione. Previsti un meccanismo di segnalazione dei contenuti illegali e la supervisione indipendente. Ciascun Paese Ue dovrà designare un coordinatore dei servizi digitali.

Il Digital Services Act (DSA) è il nuovo regolamento europeo sui servizi digitali, approvato dal Parlamento Europeo il 5 luglio 2022 insieme al Digital Markets Act e pubblicato il 27 ottobre 2022 sulla Gazzetta Ufficiale Europea, che prevede obblighi proporzionati alla dimensione della piattaforma e una nuova cultura della prevenzione dei rischi sistemistici, con un nuovo sistema di governance intestatale e sanzioni fino al 6% del fatturato annuale delle piattaforme.

Il DSA, afferma l’esecutivo dell’UE, è la normativa fondamentale dell’Unione per un ambiente online più sicuro e responsabile. La data di inizio dell’applicazione della legge è il 17 febbraio 2024.

Scopriamo di più sul nuovo regolamento.

Digital Services Act (DSA) cos’è e cosa prevede la legge europea sui servizi digitali

DSA: maggiore trasparenza

Il Digital Services Act ha imposto trasparenza sulla profilazione e il funzionamento delle piattaforme online, con obbligo per i fornitori di collaborare con le autorità e sottoporsi ad audit indipendenti con applicazione quasi integrale dal 17 febbraio 2024, salvo alcuni aspetti legati alle piattaforme dei big player e l’attività della Commissione UE che hanno avuto un’applicazione anticipata da novembre 2022.

Tra gli obiettivi dichiarati, creare uno spazio digitale più sicuro in cui siano tutelati i diritti fondamentali di tutti gli utenti dei servizi digitali, oltre a creare condizioni di parità per promuovere l’innovazione, la crescita e la competitività.

La legge sui servizi digitali riguarda tutti i servizi digitali che connettono i consumatori a beni, servizi o contenuti. Essa stabilisce nuove responsabilità globali per le piattaforme online per ridurre i danni e contrastare i rischi online, protegge i diritti degli utenti online e pone le piattaforme digitali in un nuovo quadro di trasparenza e responsabilità. Per le grandi piattaforme e i motori di ricerca che raggiungono oltre il 10% della popolazione europea (circa 45 milioni di persone), viene stabilito un regime speciale con maggiori obblighi e controlli.

Per promuovere il corretto funzionamento del mercato interno dei servizi digitali UE, il Digital Services Act ha modificato le norme esistenti secondo il principio: “ciò che è illegale offline dovrebbe essere illegale anche online”.

Il regolamento riguarda varie tipologie di servizi digitali:

  • mercati online;
  • social network;
  • piattaforme di condivisione dei contenuti;
  • piattaforme di viaggio online e di alloggio;
  • app store;
  • servizi di intermediazione (es. provider Internet e register di domini);
  • servizi di cloud e hosting web;
  • piattaforme di economia collaborativa.

Il Digital Services Act si applica infatti ai “servizi delle società dell’informazione”, cioè a tutti gli intermediari che offrono servizi a distanza, per via elettronica/telematica, su richiesta, solitamente retribuita, di un destinatario.

L’obiettivo a lungo termine è creare un ambiente digitale sicuro e affidabile, che tuteli in modo concreto i diritti dei consumatori e allo stesso tempo aiuti l’innovazione e la competitività.

Cosa sono i servizi digitali?

I servizi digitali comprendono una vasta categoria di servizi online, dai semplici siti web ai servizi di infrastruttura internet e alle piattaforme online. Le norme specificate nella DSA riguardano principalmente gli intermediari e le piattaforme online. Ad esempio, mercati online, social network, piattaforme per la condivisione di contenuti, app store e piattaforme di viaggio e alloggio online.

La legge sui mercati digitali comprende regolamenti che regolano le piattaforme online dette “gatekeeper” ossia piattaforme digitali che svolgono un ruolo sistemico nel mercato interno e agiscono come collo di bottiglia tra imprese e consumatori per i servizi digitali importanti. Alcuni di questi servizi sono anche disciplinati dalla legge sui servizi digitali, ma per ragioni diverse e con diverse disposizioni.

La normativa mira a regolare i servizi digitali, come indicato dal titolo. Questi servizi digitali rappresentano una vasta categoria di servizi online, dai semplici siti web ai servizi di infrastruttura Internet e alle piattaforme online. Le norme specificate si concentrano principalmente su intermediari e piattaforme online, come ad esempio marketplace online, social network, piattaforme di condivisione di contenuti, app store, piattaforme di viaggi e alloggi online. Questo è quanto afferma la Commissione UE nella sua presentazione del provvedimento.

All’art. 1.2 DSA troviamo la bussola dell’intero provvedimento, cioè l’oggetto tripartito del DSA:

  1. “un quadro per l’esenzione condizionata dalla responsabilità dei prestatori di servizi intermediari;
  2. norme relative a specifici obblighi in materia di dovere di diligenza adattati a determinate categorie di prestatori di servizi intermediari;
  3. norme sull’attuazione e sull’esecuzione del presente regolamento, anche per quanto riguarda la cooperazione e il coordinamento tra le autorità competenti”.
Digital Services Act (DSA) cos’è e cosa prevede la legge europea sui servizi digitali

Gli obiettivi del DSA

Il recente regolamento accelera le procedure di rimozione dei contenuti illegali e aumenta il controllo pubblico sulle piattaforme online, specialmente su quelle più popolari, che raggiungono oltre il 10% della popolazione europea.

In particolare, gli obiettivi del Digital Services Act includono:

  • la protezione dei diritti dei consumatori attraverso l’incremento della sicurezza;
  • la lotta alla diffusione di contenuti illegali e alla manipolazione delle informazioni e alla disinformazione online;
  • l’offerta di una scelta più ampia e costi più contenuti per i consumatori e gli utenti commerciali dei servizi digitali;
  • la creazione di un quadro normativo chiaro e di immediata applicazione per la trasparenza e la responsabilità delle piattaforme online;
  • la promozione dell’innovazione e della competitività nel mercato;
  • il supporto all’avvio di startup e allo sviluppo delle PMI;
  • l’accesso ai mercati europei per gli utenti commerciali di servizi digitali;
  • il miglioramento del controllo democratico e della vigilanza sulle piattaforme;
  • il potenziamento della tracciabilità e dei controlli sugli operatori commerciali nei mercati online, anche attraverso controlli casuali per verificare l’eventuale ripubblicazione di contenuti illegali.

Obblighi delle piattaforme digitali: le nuove norme del DSA

Le piattaforme digitali sono soggette a obblighi definiti dal Regolamento DSA, che prevede norme riguardanti la trasparenza, l’obbligo informativo e l’accountability (responsabilità). Tali obblighi sono proporzionati al tipo di servizio offerto e al numero di fruitori, suddividendo le piattaforme in quattro categorie: intermediary services, hosting (es. cloud), online platform (es. social media) e very large platform.

Tutte le categorie comportano obblighi specifici, che devono essere assolti entro quattro mesi dall’assegnazione. Tra gli obblighi principali, comuni a tutte le tipologie, vi sono la chiara indicazione delle condizioni di servizio e dei relativi requisiti, l’adozione di trasparenza nei sistemi di suggerimento e nelle pubblicità online rivolte agli utenti e la creazione di un meccanismo di reclamo e risoluzione extragiudiziale delle controversie.

Le piattaforme online e i motori di ricerca con un numero di utenti al mese superiore a 45 milioni presentano rischi più elevati e devono rispettare obblighi più rigorosi, tra cui la gestione dei rischi, la condivisione dei propri dati chiave e dei propri algoritmi con le autorità e i ricercatori autorizzati, la collaborazione nelle risposte alle emergenze e la prevenzione dei rischi sistemici come la diffusione di contenuti illegali o con effetto negativo su diritti fondamentali.

I provider che forniscono attività di “mere conduit”, ovvero semplice trasporto, caching e hosting, sono esenti dai nuovi obblighi, a condizione che non abbiano conoscenza reale di eventuali attività o contenuti illegali e che agiscano con tempestività per rimuovere il contenuto illegale o disabilitarne l’accesso.

Le sanzioni per le violazioni del DSA possono arrivare al 6% del fatturato annuo totale e i destinatari dei servizi digitali possono chiedere un risarcimento per danni o perdite subite a seguito di violazioni ad opere dalle piattaforme. Le sanzioni per presentazione di informazioni scorrette, incomplete o fuorvianti, mancata rettifica delle informazioni presentate o mancato assoggettamento ai sopralluoghi, devono essere inferiori all’1% del reddito o del fatturato annuo.

Digital Services Act (DSA) cos’è e cosa prevede la legge europea sui servizi digitali

DSA: nuove figure e regolamentazioni per i servizi digitali

Il Digital Services Act (DSA), come già accennato, è una nuova legge che riguarda i servizi digitali e che prevede la creazione di due nuove figure. La prima è il Compliance officer, un professionista designato dalle “very large online platforms” che ha il compito di verificare se le aziende rispettano le norme previste dal regolamento. Il Compliance officer deve essere imparziale e trasparente nel giudizio e possedere precise competenze professionali indicate dal DSA.

La seconda figura è il Digital Services Coordinator, un’autorità nazionale indipendente che ha il compito di vigilare sull’applicazione del regolamento. Il Digital Services Coordinator deve essere tempestivo, imparziale e trasparente nelle proprie azioni e deve presentare un report annuale sulle proprie attività. Inoltre, ha il compito di garantire il coordinamento nazionale sulle norme, di gestire i reclami contro i provider e di indagare sulla presenza di illeciti con potere di ispezione. Se viene accertata una violazione, il Digital Services Coordinator può imporre sanzioni e penalità di mora e, in casi estremi, può chiedere alle autorità giudiziarie di Stato di limitare l’accesso dei destinatari al servizio interessato.

I coordinatori nazionali dei servizi digitali di tutti gli Stati membri costituiscono il comitato europeo per i servizi digitali, presieduto dalla Commissione Europea, che supporta il coordinamento interstatale e la vigilanza sulle grandi piattaforme.

Tutela dei minori online: divieto di utilizzo di dati personali a fini pubblicitari secondo il DSA

L’articolo 24 del DSA ha posto la protezione dei minori online come priorità rispetto agli interessi commerciali e pubblicitari. La sezione del testo dedicata alla “trasparenza della pubblicità online” proibisce l’uso di tecniche di targeting o amplificazione che sfruttino o deducono i dati personali dei minori o delle persone vulnerabili per la visualizzazione di annunci pubblicitari.

La direttiva UE 2018/1808 sui servizi audiovisivi già proibiva il trattamento dei dati dei minori per scopi commerciali, ma il DSA ha introdotto una novità: oltre alle sanzioni a posteriori, le eventuali conseguenze negative sui minori rientrano nell’obbligo di valutazione del rischio sistemico. In particolare, le piattaforme devono svolgere valutazioni di impatto dei rischi sistemici relativi a eventuali effetti negativi per i diritti fondamentali come il diritto alla privacy e alla famiglia, la libertà di espressione e di informazione, il diritto alla non discriminazione e i diritti dei minori, come sancito dagli articoli 7, 11, 21 e 24 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

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Perché nuove regole?

La rapida evoluzione dei servizi digitali sta causando significativi cambiamenti nella nostra vita quotidiana. Nuovi modi di comunicare, fare acquisti e accedere alle informazioni online sono in continua evoluzione. Per garantire che la legislazione europea evolva insieme a questi cambiamenti, è importante introdurre nuove regole.

Le piattaforme online hanno portato molti vantaggi per i consumatori e l’innovazione, rendendo il mercato interno dell’Unione europea più efficiente e favorendo gli scambi transfrontalieri. Tuttavia, la crescente diffusione di contenuti illegali e l’abuso dei sistemi algoritmici per la diffusione della disinformazione rappresentano una preoccupazione per la società e l’economia.

Le grandi piattaforme sono diventate i gatekeeper del mercato digitale, esercitando il potere di governare come privati. Questo può portare a condizioni ingiuste per le imprese che utilizzano tali piattaforme e limitare le scelte dei consumatori. Per affrontare queste sfide, l’Europa ha bisogno di un quadro giuridico moderno che tuteli i diritti fondamentali, garantisca la sicurezza degli utenti online e favorisca un ambiente di piattaforma online equo e aperto.

Nonostante gli interventi mirati a livello dell’UE, esistono ancora notevoli lacune e oneri giuridici da affrontare. Inoltre, l’accelerazione della digitalizzazione della società e dell’economia ha reso ancora più importante la necessità di creare un quadro giuridico adatto alle sfide del mondo digitale.

La sfida del DSA: adattarsi ai nuovi standard

Il DSA rappresenta una grande sfida per tutti:

  • i provider delle piattaforme dovranno adattare le loro prassi, contratti e comunicazioni ai nuovi standard;
  • gli utenti ed enti che li rappresentano dovranno destreggiarsi tra le pieghe e dubbi del testo per far rispettare i propri diritti;
  • gli Stati membri dovranno provvedere a integrazioni della propria normativa, specie quanto al piano sanzionatorio;
  • le istituzioni e autorità dovranno nascere o aggiungere carne al fuoco alle correnti attività;
  • i consulenti dovranno adottare un approccio equilibrato specie di fronte ai mille dubbi interpretativi.

Speriamo che tutti siano pronti alla data di applicazione nel 2024 e che non si assista a una corsa all’ultimo momento, come avvenuto con il GDPR. Il conto alla rovescia è già iniziato.

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