La seconda stagione di Squid Game è una delle serie più attese su Netflix del prossimo futuro: stando alle notizie attualmente disponibili, dovrebbe uscire tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Manca ancora molto tempo, insomma, ma già da mesi i fan sono impazienti di conoscere qualunque dettaglio su quello che accadrà nei prossimi episodi.
L’uscita della prima stagione di Squid Game ha rappresentato un successo a livello globale senza precedenti per Netflix. Scopriamo insieme qualcosa in più su questa serie TV.
Squid Game – Il gioco del calamaro
Squid Game è il fenomeno mediatico del 2021 che ha registrato il miglior esordio nella storia della piattaforma Netflix in termini di utenti: 142 milioni di persone nelle prime quattro settimane dal lancio. La serie sudcoreana ha fatto appassionare milioni di persone ma ha fatto anche molto discutere per il suo contenuto violento.
In poco meno di un mese è diventata la serie coreana di Netflix più vista in Italia e nel mondo e, quanto a visualizzazioni, ha superato anche La Casa di Carta e Bridgerton. In tanti sono rimasti affascinati da una storia che miscela la satira sociale a una lotta per la sopravvivenza.
Protagonista della storia è Seong Gi-hun, un uomo divorziato e sommerso dai debiti, che insieme ad altre 455 persone viene invitato a partecipare ad una competizione estrema, dove chi perde viene ucciso. In palio, per i vincitori, 45,6 miliardi di won (circa 33 milioni di euro), ai quali si aggiungono altri 100.000.000 won per ogni morto (poco meno di 74 mila euro).
Le prove consistono in giochi per bambini, come il tiro alla fune, il classico un due tre stella o ritagliare delle formine da biscotti friabili, prevedendo, però, l’estrema punizione per chi perde.
Le ricerche online su Squid Game
Semrush, piattaforma di Saas per la gestione della visibilità online, ha analizzato le ricerche effettuate online tra settembre e ottobre 2021. Il primo dato saliente è l’incremento di accessi a Netflix, che in un mese sono stati oltre 4 milioni (+21%).
L’item Squid Game è stato digitato 823 mila volte, con una crescita settimanale del 53% dal suo lancio. L’interesse degli utenti si è poi esteso anche alla stessa Corea del Sud, le ricerche online relative al Paese sono cresciute del 135%, così come quelle relative all’Isola Jeju, che fa da sfondo alla serie, a +132%.
Questo dimostra come gli appassionati della serie abbiano iniziato a mostrare una certa curiosità di saperne di più sul paese di origine della serie che ora si sta facendo sentire a livello internazionale, anche grazie alle produzioni di serie e film, come Parasite, insignito nel 2019 dell’Oscar al Miglior Film mai assegnato fino a quel momento a un lungometraggio non inglese.
La società coreana: una denuncia?
Squid Game è diventato in poco tempo un vero e proprio fenomeno mediatico, in cui secondo alcuni studiosi, possiamo ritrovare una sorta di denuncia della situazione della società sudcoreana.
La ricchezza della Corea del Sud, negli ultimi anni, ha avuto una forte impennata tanto da essere riconosciuta, nel 2020, come decima potenza mondiale per Pil dall’Ocse. Di pari passo, tuttavia, è aumentato il divario tra ricchi e poveri. The Guardian ha scritto che “chiedere un prestito è tanto facile quanto bere un caffè in Corea del Sud”, in molto chiedono soldi per comprare casa, avviare un’attività ma spesso non riescono a restituirli e finiscono con l’indebitarsi.
Ritroviamo tale disperazione nei giocatori di Squid Game, disposti a tutto pur di ripagare i propri debiti così come nei protagonisti di Parasite.
Lodata per i suoi temi e la sua messa in scena, c’è chi non vede di buon occhio il successo ottenuto dalla serie. Come dimostrano i fatti di cronaca, la serie è diventata ingestibile perché emulata da un pubblico di giovanissimi, soprattutto da bambini che frequentano le medie e le elementari.
Squid Game: la denuncia ad Agcom
Il Moige, Movimento Italiano dei Genitori, ha esposto denuncia ad Agcom chiedendo di prendere seri provvedimenti su Squid Game. “Chi offre intrattenimento dai contenuti violenti ed estremi sia responsabile dei danni ai minori“, dichiara Elisabetta Scala che è la vicepresidente del Moige.
La denuncia è arrivata dopo molte segnalazioni riportate da genitori e presidi in cui diversi bambini si divertivano a copiare la violenza vista in tv. Un gioco innocente, come “Un, due, tre, stella!” nella serie diventa mortale.
“I bambini mimano il gesto di sparare con una pistola invisibile, lanciano oggetti per far cadere chi si muove o usano felpe e giubbotti per giocare al tiro alla fune, chi vince può picchiare i perdenti.” sono alcune delle segnalazioni arrivate dalla Lombardia a Fondazione Carolina, la onlus dedicata a Carolina Picchio, prima vittima di cyberbullismo in Italia. La Onlus ha lanciato una petizione su Change.org per fermare la serie tv sudcoreana, accusando la serie di atti di cyberbullismo.
L’emulazione, insomma, si tramuta in violenza quotidiana, ai danni dei più fragili. Fondazione Carolina si era attivata con AgCom e chiedendo di incontrare il Garante Infanzia e Adolescenza. Anche se i bambini venivano rimproverati, a scuola o in famiglia, non riuscivano a smettere perché temevano che facendolo sarebbero stati esclusi.
La questione principale è: dove sono i genitori? Sono i grandi assenti. La serie è vietata ai minori di 14 anni, eppure, anche i più piccoli sanno cos’è. Anche se i genitori impostano il Parental Control, i contenuti sono virali su TikTok, YouTube, Twitch, Instagram o Facebook.
A fronte di questa emergenza, il Moige chiede un aiuto concreto per mettere un freno all’effetto Squid Game. Il colosso dello streaming ha vietato la visione ai minori di 14 anni ma su Netflix non esiste un vero e proprio Parental Control che possa impedire ai giovani di vedere prodotti non idonei alla loro fascia di età.
“Chiediamo non solo a Netflix come a chiunque offra contenuti potenzialmente dannosi per i minori, con alto rischio di emulazione e pericolo per la salute fisica e psichica, di mettere in atto ogni azione possibile per limitare l’accesso a questi contenuti – continua la vice presidente -, e di fare in modo che i genitori e gli adulti di riferimento siano facilitati nella loro azione di controllo e tutela”.
Il Moige non intende tornare indietro. Anzi è consapevole delle sue richieste. “Proponiamo a Netflix di provvedere con urgenza all’immediato inserimento all’inizio degli episodi di Squid Game di introduzioni e guida non skippabili sui contenuti violenti della serie e sull’utilizzo del parental control, che consente di filtrare l’accesso in base all’età – aggiunge ancora. – Abbiamo già segnalato il caso all’Agcom perché prenda i provvedimenti del caso nei confronti della piattaforma“, conclude.
La polizia, interessata al fenomeno, aveva diramato un vademecum di consigli utile per frenare l’emulazione, prima di superare il limite invalicabile della morte. Il Commissariato di PS (Polizia di Stato) online, oltre a ricordare ai genitori che il limite di età per la serie esiste proprio perché i contenuti possono turbare la mente dei più giovani, consiglia alle famiglie di parlare “della serie. Chiedete ai bambini/ragazzi cosa ne pensano in modo che, anche se non hanno il permesso di vederla, siano in grado di partecipare ad eventuali commenti e discussioni con i coetanei“.
Nel vademecum veniva suggerito di ricordare e spiegare ai ragazzi che “quanto rappresentato nelle serie è frutto di finzione e che la violenza non è mai un gioco a cui partecipare“. Infine, la polizia invita i genitori a rivolgersi alle forze dell’ordine. “Se avete contezza che stanno circolando tra i bambini/ragazzi giochi violenti che imitano quelle ritratte nella serie, non esitate a segnalare la cosa“, si legge nel post.
Il dialogo è fondamentale per capire la loro visione del mondo in funzione della fruizione degli strumenti in loro possesso, che possono alterare la percezione del reale.